venerdì 5 agosto 2011

Il sole tropicale di Emil Nolde




Emil Nolde (1867-1956) ha quarantasei anni, quando, nel 1913, si imbarca, insieme con la moglie, verso l'arcipelago Bismarck, al largo delle coste della Nuova Guinea. 
Ha deciso di partecipare a una spedizione scientifica, organizzata dall'Amministrazione coloniale tedesca. Gli è stato affidato l'incarico di documentare, con i suoi  disegni,  i caratteri etnografici delle  popolazioni locali.
Gli schizzi che farà, in realtà, non hanno niente di scientifico: è un artista e tale rimarrà. 

Ha scelto di seguire la  spedizione perché  vuole  ripercorrere  le orme di uno dei pittori che ammira di più, Paul Gauguin. Soprattutto sogna, come molti artisti dell'epoca, di un Eden incontaminato, di un paradiso terrestre.
Crede di poter recuperare nel "primitivo" la fonte di ogni creatività.

I paesaggi che vede lo emozionano, gli riempiono la mente e il cuore di sensazioni. 
E allora - siamo nel 1914- li dipinge, così:


È l'ora del tramonto.
Al di sopra della linea d'orizzonte di un  mare cupo e agitato  si intravede la massa verde scuro dell'isola di Nusa Lik. Ha una forma ondulata, la stessa del cumulo di nubi bianche che sembra salire da destra e della schiuma dell'onda che si infrange sulla spiaggia, in primo piano.
Su tutto domina il  rosso-arancio vivo del sole che illumina, di una luce intensa, un cielo di nuvole violacee.

Rosso, arancio, viola, blu, verde: nessuna sfumatura, pochi colori primari, puri e violenti. 
E sono colori  che, da soli, definiscono la forma, talmente spessi e  pastosi che sembrano spremuti dal tubetto direttamente sulla tela.  
Le superfici sono piatte, non c'è alcuna prospettiva, né alcun senso della profondità e dello spazio.

È così che Nolde intende la pittura: un mezzo per afferrare l'emozione più  profonda, quella "più vicina al cuore"
Non vuole raffigurare quello che vede, ma quello che sente, tanto che per rappresentare il paesaggio non  usa che pochi tratti sintetici.
Lo definisce, invece, con i colori, con quelle  "tempeste di colori", tanto amate dai pittori  espressionisti  del movimento "Die Brücke", con cui condivide comuni ideali artistici. 
Cerca di  esprimere  quello che  percepisce- non con gli occhi, ma con l'anima- anche attraverso la deformazione, la forza del tratto, le tinte  liberamente accostate. 
L'importante, per lui, è  trasformare subito in pittura le sue sensazioni, senza accomodamenti, senza mediazioni.

Emil Nolde è un personaggio contraddittorio, sostenitore del movimento espressionista e, insieme, del ritorno alla purezza di una religiosità primitiva. 
Figlio di contadini è affascinato dalla campagna e dal suo paese natale, Nolde, vicino alla Danimarca, da cui prenderà il nome con cui è conosciuto.
Ma, allo stesso modo, lo stimolano le città  e i paesaggi urbani di Berlino. 
Nel 1934  aderirà, addirittura, al partito nazista, salvo  esserne espulso, poco dopo, come esponente di un' "arte degenerata" e recluso con la  proibizione di dipingere.
Ma smettere di fare il pittore per lui è impossibile , anche se sa di correre dei rischi di quel divieto non ne  terrà conto e continuerà, caparbiamente, a lavorareE come sempre, a lavorare sulle emozioni.

Il sogno del paradiso perduto che cercava ai Tropici, nei mari del sud, è crollato bruscamente già con l'inizio della prima guerra mondiale. 
L'aggressività dei colori e l'intensità del dipinto sono la negazione dell'idea che nella natura si possa trovare pace e quiete.
A emergere, alla fine, è la violenza e la forza primordiale delle sensazioni, una violenza che sembra essere radicata profondamente dentro di noi.

Ci sono dipinti che narrano una storia e dipinti che cercano di condividere un'emozione.
Quelli di Emil Nolde, forse, non raccontano, ma vanno dritti al cuore. Sempre.





Il dipinto è conservato, in Germania, a Seebull, alla Fondazione Ada e Emil Nolde.

14 commenti:

  1. Bellissimo questo dipinto che non conoscevo e impressionante per me la violenza del rosso sangue che invade tutto.Dici bene che non esistono più paradisi terrestri incontaminati perchè la violenza appare ovunque.Oggi nel caldo di Bologna si poteva immaginare un sole rosso fuoco. Un caro saluto
    Marco

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  2. Mi piace molto questo dipinto. Non conoscevo il quadro e nemmeno Emil Nolde, grazie a te vedo immagini bellissime e imparo sempre qualcosa di più di storia dell'arte.Questo tramonto rosso sangue mi ha molto colpito,se puoi consigliami qualche libro su Nolde, ti ringrazio in anticipo
    Anna

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  3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  4. Scusami tanto, Daniela.Ho fatto un pasticcio e ho eliminato il tuo commento.Credo che tu avessi ragione e che un dipinto come questo possa essere interpretato da ognuno in maniera diversa: l'essenziale è che ci trasmetta un'emozione.

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  5. Deve aver realizzato il dipinto su un fondo ( preparatorio ) scuro. E' un'operazione che garantisce la sensazione immediata, a chi osservi il quadro finito, di entrare nella dimensione privata e segreta dell'artista. Le rappresentazioni espressionie mi piacciono molto per il contatto diretto, violento con il mondo interiore del pittore. E poi, quanta energia!
    Grazie per questo bellissimo post, carissima.

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  6. Aspetto sempre con impazienza i tuoi post perché so che mi arricchiranno di informazioni su immagini e di artisti che non conoscevo, come Emil Nolde.E ora conosco un pezzettino di più di storia dell'arte. Grazie anche da parte mia
    Sara

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  7. Grazia, ti ricordi quelle definizioni di Anati, ideogrammi, pittogrammi e psicogrammi come componenti base del linguaggio visivo-artistico? Quelli di Nolde mi sembra siano spesso dei veri e propri psicogrammi; la componente iconica è presente, ma ridotta al minimo, alla funzione di puro limite di contenimento dello psicogramma.

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  8. È sempre un'esperienza forte entrare nel mondo emotivo di un'altra persona, anche e soprattutto attraverso un mezzo tanto coinvolgente e tanto potente come un'opera d'arte.
    Il sogno di luoghi ancora incontaminati dall'intervento umano, dove poter sperimentare in piena libertà e con intensità la vita e la natura, è uno dei sogni più belli e più teneri dell'uomo, secondo me.
    Saluti affettuosi

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  9. Una meraviglia "lavorare sulle emozioni". E la tua competente passione non cesserà mai di stupirmi. P.S. Mi devo ricordare di linkare qualche bella immagine da te evidenziata da qualche parte ...

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  10. Sono un lettore del tuo blog ,anche se non lascio frequentemente commenti.Ho visto solo ora la nuova immagine che hai pubblicato e la trovo veramente bellissima, purtroppo non so nulla di storia del'arte però mi sembra che di fronte a certe immagini non ci si possa che emozionare.Ti ringrazio molto per averla pubblicata e per avercela fatta conoscere
    Carlo

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  11. È veramente un dipinto bellissimo questo di Nolde e sono d'accordo con tutti i commenti, che puntano sulla chiave dell'emozione per capirlo e per esserne coinvolti: Paola, hai proprio ragione sullo psicogramma.
    Per me, di fronte a opere come questa, cadono molte delle " etichette" che si propongono nei manuali: espressionismo, Die Brucke, astrattismo lirico....e resta solo la commozione e il piacere di guardarle.

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  12. mi piace tanto Nolde ... Da quanto visto primi quadri ,con i fiori,qesta forza ,questo sentimento puro

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  13. Io dipingo e guardo Nolde con ammirazione. La sua pittura, così' violenta, mi emoziona...forse perchè anch'io vedo tutto a tinte forti...quindi grazie per questo omaggio a Nolde

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  14. Io dipingo e guardo Nolde con ammirazione. La sua pittura, così' violenta, mi emoziona...forse perchè anch'io vedo tutto a tinte forti...quindi grazie per questo omaggio a Nolde

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