sabato 11 febbraio 2012

Thomas Gainsborough: il "Ritratto di Mr e Mrs Andrews"




A Bruxelles il termometro segna - 9°: si gela. Meglio starsene in casa e, per distrarsi, cercare qualche immagine che racconti una storia.

Il Ritratto di Mr e Mrs Andrews di Thomas Gainsborough di storie ne racconta parecchie.


Siamo nella campagna inglese, nel Suffolk, nell' estate del 1749: il grano è stato appena mietuto e raccolto in covoni.
Sotto una grande quercia c'è una coppia in posa.
I documenti ci dicono che i due si sono appena sposati e che il dipinto è stato commissionato per celebrarne le nozze: lui, Robert Andrews, ha ventidue anni, lei, Frances Mary Carter, sedici.

L'autore, Thomas Gainsborough (1727-1788), è nato anche lui nel Suffolk da una famiglia di modesti mercanti di tessuti e si è trasferito a Londra per fare il pittore.
Si é sposato l'anno prima, in segreto: la moglie era incinta e il matrimonio un obbligo. La necessità di mantenere la famiglia lo ha costretto ad abbandonare l'idea di specializzarsi in paesaggi, come i pittori olandesi che ama tanto. 
Ha deciso, invece, di ripiegare sul genere molto più redditizio dei ritratti. 
In città, però, non ha trovato lavoro ed è rientrato per cercarsi qualche commissione.

La prima che ottiene è quella di Robert Andrews, forse perché i due si conoscono, sono coetanei e cresciuti nello stesso paese.
Il dipinto per Gainsborough rappresenta un banco di prova e lui ce la mette tutta, cercando di concilare la sua passione per il paesaggio con un ritratto tradizionale. Sceglie, dunque, un taglio inconsueto con il paesaggio, che occupa più di metà del dipinto e che diventa protagonista. E il suo sguardo si posa, con la medesima attenzione, sulla campagna all'orizzonte e sui lineamenti dei due sposi.

Due giovani, un matrimonio, la campagna inglese: l'atmosfera è quella di un romanzo dell'epoca.
È l'ora di conoscere meglio i due protagonisti.

Robert Andrews è in piedi con un abito chiaro, la cravatta allentata, la giacca sbottonata, il tricorno posato negligentemente sui capelli. In mano tiene un fucile e ha accanto un cane, come fosse appena tornato dalla caccia. Ha l'espressione di un uomo compiaciuto del proprio rango e l'atteggiamento disinvolto di un gentiluomo, dall'aria sofisticata e dal sangue blu.

E invece, no. Di sangue blu nemmeno l'ombra.
Robert è un nuovo ricco, un parvenu.
È suo padre che ha creato la fortuna familiare con il suo lavoro di orefice e oculati acquisti fondiari ma, soprattutto, con la sua attività di usuraio.

Gli studi a Oxford e le nozze con Frances Mary Carter, figlia di un facoltoso proprietario e con una ricca dote, sono fondamentali per far dimenticare la dubitosa reputazione del padre e iniziare la sua ascesa sociale.
Altro che sospiri o languori di innamorati: quello che si celebra nel dipinto non è un matrimonio d'amore, ma un contratto, vantaggioso per entrambi, che ha unito, più che i due sposi, i terreni confinanti delle due famiglie.

Anche Frances ne è soddisfatta e si vede.
Si è abbigliata con i pezzi migliori del suo guardaroba. Sfoggia un vezzoso copricapo e un abito di seta azzurra, allargato fino a coprire quasi tutta la panchina, su cui siede. La seta del vestito e gli elegantissimi scarpini sono inadatti alla campagna, ma lei vuol far sapere che è ricca e aggiornata sulle raffinatezze del bel mondo.
Lo sguardo freddo, la bocca sottile e increspata, l'espressione contegnosa, molto più vecchia dei suoi sedici anni, dimostrano che anche per lei il matrimonio è un punto di partenza. Condivide pienamente le aspirazioni del marito  e - chissà-forse sogna di accrescere la famiglia, come farebbero supporre i simboli di fecondità che appaiono, discretamente, qua e là (il grano, la quercia).
Sul suo grembo è stato lasciato uno spazio non dipinto, forse per accogliere, in futuro, la raffigurazione dell'erede o, più prosaicamente, come farebbe pensare la penna che tiene in mano, un fagiano, preda di caccia del marito.

Gainsborough sembra cogliere tutti i pensieri più nascosti dei giovani sposi e li trasmette impietosamente.
Non cerca di idealizzare i suoi modelli, ma di resituirli il piú fedelmente possibile.



E così fa con il paesaggio che è tutt'altro che uno sfondo a un idillio campagnolo: è, invece, la rappresentazione precisa della grande tenuta, su cui si fonderà la fortuna della nuova famiglia. 
È l'orgoglio dei due coniugi, il loro patrimonio comune e il loro vanto.
Non è certo un parco, in cui passeggiare, mano nella mano, in contemplazione della natura. Sono pascoli e campi coltivati con le più moderne tecniche agricole, che Gainsborough rende con assoluta esattezza: il grano è piantato intensivamente, i recinti che delimitano il terreno sono un'innovazione recente e perfino le pecore- come affermano studiosi dagli occhi buoni-  sono di una razza introdotta da poco in Inghilterra.

I due sposi sono fieri e soddisfatti di essere rappresentati sullo sfondo dei loro redditizi possessi, ben tenuti e sfruttati al massimo.
Il perfetto ritratto dell'ambizione di due "landower", la classe emergente dei proprietari terrieri: è stato definito. Ma Gainsborough, in realtà, non ha in mente di fare una critica sociale: si limita a registrare quello che osserva. Meglio ancora, rappresenta quello che intuisce dietro la facciata, anche se con un filo di ironia.
Rimane, soprattutto, un grande pittore e lo si vede, quando si abbandona al puro piacere di dipingere e indugia sul colore cangiante della seta, sul contrasto nel verde e nell’oro dei campi o sulle nuvole di un cielo temporalesco.
La sua pittura è come una porta che si apre sulla vita del Settecento e permette di ricreare lo spaccato di un epoca. Tanto che viene voglia di sapere come andrà a finire.
Come fosse un romanzo.

Per Gainsborough il dipinto sarà l'inizio di una bella carriera.
Mr e Mrs Andrews (come dubitarne?) vedranno coronate le loro ambizioni e avranno una numerosa discendenza. E il ritratto, dopo essere rimasto a lungo proprietà della famiglia dei committenti, sarà venduto per una cifra da capogiro alla National Gallery di Londra.
Un lieto fine per tutti, dunque.
E, allora, non rimane  che scrivere l'ultima parola: the end, naturalmente.



19 commenti:

  1. Oramai sei diventata un appuntamento irrinunciabile. Quando vedo che pubblichi un post mi siedo a leggerlo con una bella tazzina di caffè bollente: è sempre giusto come racconto intelligenza e misura. Questo qui mi ha fatto pensare che in molta letteratura inglese è protagonista la terra, il possesso della terra che qualifica il gentiluomo e hanno meno pudore di noi nel dichiararlo negli scritti e in pittura. Ciao
    Marco

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    1. Qualcuno sa dirmi come si chiama il dipinto raffigurante marito e moglie con vestito rosso che sembrano alieni?

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. @Marco: questo è davvero un dipinto molto letterario.Pensa che mi ha fatto venire voglia di leggere Tom Jones di Fielding e, con mia sorpresa, mi sto pure divertendo.
    @ Adriano: Barry Lindon non finisce così bene.Comunque Kubrick nel film ha saccheggiato i dipinti di Gainsborough. A me questo dipinto è venuto in mente leggendo un post in cui si parlava di Barry Lindon nel bellissimo blog di Giacynta,un luogo pieno di suggestioni.

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  5. Sono d'accordo sul fatto che sia un dipinto "letterario".Figurati che a me malgrado l'incongruenza cronologica ha ricordato "Mansfield Park" di Jane Austen.
    Anch'io come Marco sono legata all'appuntamento fisso dei tuoi post e quella del caffè mi pare una buona idea. Cari saluti
    Sara

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  6. da quando ho scoperto il tuo blog guardo l'arte con occhi diversi. e prendo anche qualche caffè in più

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  7. Ho pensato all' inquadratura iniziale del film di Kubrick, prima ancora di leggere i commenti! Hai ragione, il dipinto ha i suo punto di forza nel taglio inconsueto del paesaggio e aggiungerei nella freschezza, nell'ariosità.

    p.s.
    che bel tandem, Grazia carissima :)))

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  8. Ho sfiorato l'argomento, invero, con ambiguità, perché non osavo, temendo di sbagliare autore, l'accostamento del film a Gainsborough.

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  9. Quello che mi piace dei tuoi post è che ciascun dettaglio di un dipinto riacquista un senso, come il paesaggio in questo dipinto che diventa il centro delle ambizioni e dell'orgoglio della coppia. Ogni dipinto diventa un piccolo libro o un romanzo da leggere oltre che da guardare.
    Saluti affettuosi
    Anna

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  10. Come molti pittori anche tu lasci dei segnali nelle tue "tele", segnali che ognuno coglierà a modo suo. Probabilmente questo mio piccolo delirio ti farà sorridere, ma quando accenni all'innovazione delle recinzioni nei campi contribuisci a rendere ancora più ampio lo scenario del quadro e dei suoi protagonisti. Qui siamo in Inghilterra e non in Francia, ma fu proprio l'introduzione delle recinzioni uno dei primissimi semi per l'avvio della rivoluzione francese, poichè impedivano il libero pascolo, nei campi a maggese, ai pochi animali di chi non aveva proprietà terriere. I nuovi ricchi emarginavano ancora di più il popolo, il loro tentativo di raggiungere una posizione sociale di rispetto avveniva per "separazione" da quel popolo da cui provenivano, erigendo steccati che delimitavano non solo il confine dei loro possedimenti ma anche il confine di una nuova ed emergente classe sociale. Ironia della sorte fu che proprio la classe emergente cavalcò il malcontento popolare contro la nobiltà ed il clero.
    Un abbraccione

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  11. @ Sara, Dede: una volta o l'altra un caffè insieme ce lo prendiamo davvero
    @ Giacynta: un tandem straordinario ! :))
    @ Adriano: è la prova della genialità di Kubrick e della sua capacità di prendere da tutte le fonti letterarie, pittoriche, storiche....
    @Anna: quando i dipinti narrano delle storie a me piacciono di più e sono quelli che cerco
    @ Ruhevoll: un commento molto interessante il tuo.Non si finisce mai di imparare. Pensa che sulla storia delle recinzioni io non sapevo nulla. Ho letto pochi giorni fa il saggio di un agronomo proprio su questo dipinto di Gainsborough: è uno dei primi a raffigurarli per dimostrare la "modernità" di Robert Andrews come proprietario terriero. Andrews seguiva tutte le teorie di agronomia più moderne anche sull'agricoltura intensiva, senza preoccuparsi di far sparire le vecchie colture miste e portare alla miseria i piccoli agricoltori.Ho fatto un salto sulla sedia quando ho scoperto che il teorico settecentesco si chiamava Jethro Tull, un nome che finora associavo solo a un gruppo musicale. Questo per dirti che ho molto ancora da apprendere. Un abbraccio anche a te

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  12. Mi devi spiegare come fai a distinguere la razza delle pecore :) :) :)
    CST

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  13. …E non solo il Fielding di Tom Jones e il Thakeray-Kubrick di Barry Lindon: a me il tuo scritto ha fatto venire in mente, con prepotenza, anche Trollope --- del quale sono appassionata lettrice. In più o meno tutti i romanzi di Trollope che ho letto la storia ruota attorno a questioni di diritto ereditario, a problemi testamentari, in cui l'oggetto del contendere è sempre la **terra**, o (come direbbe il Mastro Don Gesualdo del nostro Verga) "la roba". Altro tema di eguale importanza dei romanzi di Trollope è il matrimonio, nel senso che molto spesso i protagonisti (soprattutto maschili) devono districarsi nella spinosa questione: matrimonio d'amore o di convenienza?
    Questo dipinto di Gainsborough, pittore che amo molto, mi pare proprio tra i più adatti a rappresentare tutto questo.
    Bello il dipinto, bello il post (come sempre).
    Ciao! :-)

    P.S. Si, sono anch'io curiosa di sapere come fai a distinguere la razza delle pecore ;-)
    L'hai letto in quel saggio dell'agronomo? :-)

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  14. @ CST: potrei spacciarmi per grande conoscitrice di pecore settecentesche. In realtà devo confessare che l'ho letto in un saggio di agronomia.E ancora non mi spiego come ha fatto l'autore a distinguerle.

    @Gabrilu: per le pecore vale la confessione di prima. Trollope lo devo ancora leggere: so che ti piace e mi fido del tuo giudizio. L'ho messo al primo posto nella mia lista di libri da leggere. Gainsborough come sempre ha una capacità fulminante di interpretare la realtà .Pensa quante riflessioni suscita questo dipinto e quanti studiosi si sono affannati a spiegare quello che lui rende solo con un'immagine. Assolutamente straordinario.

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  15. Mi piace che in questo quadro i committenti non siano rappresentati come non sono e forse non è stata solo una scelta del pittore, ma una sorta di lapsus freudiano: a lui interessava molto di più tutto il resto. E come biasimarlo? Questi due giovani sposini sono davvero raggelanti; almeno a me fanno questa impressione. Soprattutto lei, con quello sguardo distaccato e quella piega della bocca sottile.
    Mi piace immensamente il modo in cui riesci ad aprirmi gli occhi su ogni più piccolo particolare!

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  16. Nulla lasciato al caso: perfezionista il pittore, professionista la nostra (blog)pittrice di deliziose recensioni. Anche in questo caso, i due umani mi sembrano molto attuali. Probabilmente se fosse stato dipinto al giorno d'oggi, lei avrebbe avuto fra le mani una borsetta supergriffata e lui il braccio poggiato su un'auto di grossa cilindrata. Corsi e ricorsi pitto-storici...

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  17. @ Duck e Nela: veramente attuale e raggelante il viso di lei, un'arrampicatrice sociale fredda e determinata. E pensare che aveva solo sedici anni.

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  18. Un dipinto che ho sempre apprezzato,profondamente inglese.
    Gran freddo e neve anche in Piemonte,in attesa della Primavera che verrà.

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