sabato 12 ottobre 2013

Il "bacio rubato" di Robert Doisneau



"Godiamoci la vita, o Lesbia mia,...Dammi mille baci e poi cento/e poi altri mille e poi altri cento/e poi ininterrottamente altri mille e cento ancora..."(Catullo)



A Parigi, una giovane coppia si bacia di fronte all'Hotel de Ville, ignara dei passanti, che camminano indifferenti o che gettano appena un rapido sguardo. 
Intorno, tutto sembra sfumato e quasi in ombra in confronto all'intensità del loro gesto d'amore.


"Le baiser de l’Hotel de ville"di Robert Doisneau (1912-1994): il bacio più famoso della storia della fotografia. 
Un’immagine, in bianco e nero, scattata il 9 marzo del 1950 per un reportage sugli innamorati parigini, commissionato dalla rivista "Life". 
Una foto che ci rimanda alla Parigi dell’immediato dopoguerra, quella dei caffè con i tavolini all'aperto  degli ampi boulevards, dei lampioni di ghisa. 
Ma che rievoca anche la Parigi dello charme femminile, degli uomini che indossano il basco come Jean Gabin, o delle poesie sui ragazzi innamorati di Jacques Prévert. Nell'aria sembra di sentire il suono dell’accordéon, o, magari, le note dell’"Hymne à l’amour" e l’inconfondibile erre moscia di Edith Piaf.

Chissà quanti si saranno emozionati, guardando questa foto o quanti, come me, ne avranno acquistato una riproduzione, una  cartolina o un un poster.
E chissà quanti, poi, si saranno domandati chi possano essere quei due giovani tanto innamorati.
Se lo sarà chiesto anche il giudice parigino che, nel 1992, si è visto arrivare la denuncia di una matura coppia di coniugi, Denise e Jean Louis Lavergne. 
I due sono arrivati fino al tribunale per rivendicare il proprio diritto all'immagine e, soprattutto, per chiedere un sostanzioso risarcimento per la foto, scattata- a quel che sostengono- a loro insaputa. 
Erano loro- dicono- quei due giovani innamorati; era il loro bacio quello "rubato" da Robert Doisneau.
Denise porta come prova un brano del suo diario, in cui ha annotato, se non lo scambio di effusioni, almeno i vestiti che indossava quel fatidico giorno, una quarantina d'anni prima.
"Passeggiata nei pressi del Municipio, gonna scura, golfino, camicetta bianca…": –aveva scritto.
L’abbigliamento- non c’è che dire- corrisponde a pieno, così come la sciarpa chiara che, in quel marzo lontano, aveva appena regalato al suo Jean Louis. 
È vero che, quando la foto era stata pubblicata da Life, non se ne erano nemmeno accorti. 
Ma da quando, nel 1988, la pubblicazione di mezzo milione di poster, di centinaia di migliaia di cartoline, di calendari e di T-shirt, ha invaso il mondo intero, i due fidanzati di allora hanno deciso di spendere una bella cifra in avvocati e procedure giudiziarie. Gli pare giusto che il mondo sappia chi erano i veri protagonisti della foto e si aspettano di essere debitamente compensati. 
E poi- probabilmente si sono detti- è pur sempre la raffigurazione dell'inizio di una storia d’amore finita bene, con un regolare matrimonio e anni di quieta vita coniugale. 

Sono sicuri che il tribunale darà loro ragione.
E, invece, no, perché si scopre che gli innamorati della fotografia non sono affatto loro.
Macché foto scattata di nascosto! Basta conoscere il modo di fare del fotografo per non lasciarsi convincere dalla loro versione.
Robert Doisneau, è stato fedele, anche in questo caso, alla sua idea di abbellire le situazioni quotidiane, ricorrendo a un pizzico di immaginazione.
"Per tutta la vita mi sono divertito a fabbricare il mio piccolo teatro":- ha affermato più volte. E poi ha spiegato: "Io non fotografo la vita reale, ma la vita come mi piacerebbe che fosse".
Le sue foto non sono mai istantanee riprese all'improvviso. 
Sono, invece, piccole messe in scena in grado di restituire l’essenza perfetta di quei momenti, che rischiano di rimanere nascosti o confusi nell'imperfezione della realtà.

Anche nel caso del bacio, ha organizzato, come lui solo sa fare, la sua piccola recita.
È rimasto colpito dal gesto di tenerezza tra due giovani attori, incontrati per caso ai tavolini di un caffè e ha chiesto loro di replicarlo il giorno dopo. 
Ha pure offerto un compenso, anche se puramente simbolico: cinquecento franchi (più o meno tredici euro)
Ha, poi, scelto la scenografia più adatta e, armato della sua attrezzatura fotografica, li ha ritratti, fermando sulla pellicola quel breve momento d'amore. 
Di sicuro non si tratta di un'immagine rubata, tanto più che- chiarisce ancora:- "Non avrei mai osato fotografare due persone qualsiasi. Due innamorati che si sbaciucchiano per strada sono raramente coppie legittime".
I due giovani erano, invece, "gente del mestiere" e hanno recitato sotto le sue direttive. Innamorati, però lo erano davvero, anche se la loro storia era destinata a finire presto: pochi mesi dopo si sono separati. 
Lui, Jacques Carteaud, ha smesso da tempo di fare l'attore e ha scelto tutt'altra attività: la viticoltura. 
Lei, Françoise Bornet, invece, non ha abbandonato il suo lavoro ed è rimasta legata all'ambiente del cinema. 
Per anni ha conservato la testimonianza di quell'istante di tenerezza, una delle prime stampe della foto che Robert Doisneau ha firmato e le ha regalato come ricordo, Con quella si presenta dal giudice: non c’è alcun dubbio che la giovane appassionata della foto sia proprio lei. E non si sogna nemmeno di chiedere un risarcimento. 
Decide, comunque, di vendere quella stampa per creare una sorta di borsa di studio e aiutare giovani artisti a iniziare la loro carriera. 
E, a distanza di anni, ha la conferma che quel bacio è davvero prezioso: nella vendita all'asta bastano appena tre minuti perché i prezzi si impennino e la stampa venga acquistata per quasi duecentomila euro.
Un prezzo davvero alto per una foto, anche se si tratta ormai di una vera e propria icona.

Ê che Robert Doisneau è riuscito perfettamente nel suo intento.
"Sono deciso a impedire al tempo di scorrere": aveva detto.
E, in effetti, nella sua foto è arrivato a fermare il  tempo, a rendere eterno un momento effimero e a far diventare quel bacio il simbolo stesso della giovinezza, dell’amore e della gioia di vivere. 
"Quello che cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere". Questo ha sempre voluto. E nell'immagine dei due innamorati quel mondo di tenerezza ha preso vita. Per sempre.
Quel piccolo istante di felicità non ha finito ancora di emozionarci e di illuminare i nostri pensieri.







Qui è un link al sito ufficiale di Robert Doisneau, Qui a un bellissimo video sulle sue foto e qui all'inevitabile colonna sonora di Edith Piaf.

24 commenti:

  1. "Fotografare la vita come vorrei che fosse" è bellissimo, è come fotografare un sogno. Poi qualcuno cerca di farci su un po' di soldi e il sogno si sgretola, ma questa è un'altra storia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Verissimo, Ded, fotografare una vita sognata "come si vorrebbe che fosse" è un proponimento straordinario. La bellezza è che Doisneau c'è pure riuscito!

      Elimina
  2. Bella storia e belle le immagini del video adatte ad allietare questo sabato di ottobre
    Ciao
    Marco

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In un giorno di pioggia ( ma anche di sole) guardare le foto di Doisneau rallegra la vita!

      Elimina
  3. Splendida storia!!!
    Penoso e odioso il tentativo di quei due furbini di specularci sopra, si meritano una sonora pernacchia oltre al fatto di aver speso un sacco di soldi inutilmente!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ê vero che quei due furbetti sono proprio antipatici. E poi non si specula su un sogno!

      Elimina
  4. a Genova è stata inaugurata da poco una mostra di foto di Doisneau e, naturalmente, quello scatto è stato scelto per manifesti, striscioni, locandine. Non sono ancora andata a visitarla; oggi, forse, alla luce anche del tuo brano, ci faremo questo piacevole regalo. Dolce autunno, Grazia!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Poi, Luisa, mi dirai se ti è piaciuta. Sono sicura che sarà un ottimo regalo.
      Dolce autunno anche a te!

      Elimina
  5. Grazie mille Grazia! Inutile dirti quanti mi piaccia questo post. Grande Doisneau e immagini le sue, che hanno fatto la storia della fotografia. Ne parla anche la tua omonima Grazia Neri.
    Un abbraccio e una splendida domenica autunnale.

    Cinzia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Doisneau ha fatto davvero la storia della fotografia: è stato un grande sognatore e un grande artista!
      Un abbraccio anche a te

      Elimina
  6. Amo da sempre Doisneau, mi sono permesso di riportare il tuo post sul mio blog - con una personale aggiunta :-) -

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie tantissime per la pubbòlicazione sul tuo blog (che rileggerò sicuramente con più tempo) e per la tua aggiunta.
      A presto

      Elimina
  7. Non ha finito di emozionarci e ci fa sognare una vita bella come quella auspicata e rappresentata da Doisneau.

    Un abbraccio e un grazie di cuore per i tuoi post.

    Nou

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I sogni di Doisneau sono ancora tutti là a illuminarci la vita, come solo quelli di un grande artista sanno fare.
      Grazie a te e a presto

      Elimina
  8. Meraviglioso questo post! Lectio magistralis sul "Nulla è come appare, prima dell'era del photoshop"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "nulla è come appare"e quello che appare è l'essenza perfetta della realtà. Grande Doisneau!

      Elimina
  9. Sei riuscita a prendere un'immagine strafamosa e vista migliaia di volte e a ridarle nuova vita grazie al tuo racconto. E' proprio vero: sei una fata! :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ê che anche a me piace scoprire sempre qualcosa di nuovo dietro ogni immagine.
      Magari fossi una fata! Chissà cosa combinerei con una bacchetta magica:-)

      Elimina
  10. Bella la storia... soprattutto la tua descrizione iniziale che completa l'immagine: mi sembrava di essere lì...
    Ciao

    RispondiElimina
  11. "Io non fotografo la vita reale, ma la vita come mi piacerebbe che fosse" ...un po' quello che ci fa appassionare ai film d'amore ed esattamente quello che si prova guardando questa foto.
    Insomma, chi non vorrebbe essere al loro posto?
    Io sono stata ad una mostra su Doisneau a Roma, prima conoscevo solo questa sua foto ma da lì ho scoperto il suo stile curioso e particolare che mi ha coinvolta.
    Perfetti anche i riferimenti alla colonna sonora e alla poesia, complimenti.
    Giulia

    RispondiElimina
  12. È molto vero quello che dici, Giulia: c'è nelle foto di Doisneau la stessa qualità di fascino e di commozione che si ritrova in un bel film d'amore. Ogni volta che le vedo riscopro la stessa freschezza di sensazioni della prima volta.

    RispondiElimina